Ho ben conosciuto Modigliani; l'ho conosciuto affamato, l'ho visto ubriaco e l'ho visto abbastanza ricco. Mai l'ho visto mancare di grandezza… Mai ho sorpreso in lui il minimo sentimento basso… Ora che tutto è imbellettato e azzimato, ora che si crede di potere sorpassare la vita, dove tutto è super, da supertassa a surrealismo, alcune parole perdono il loro vero senso. lo non so più usare le parole "arte", "artista". Ma supponiamo per un istante che questa parola riprenda il suo colore, il suo senso, il suo sesso… Allora Modigliani era un grande artista
Maurice de Vlaminck
21 gennaio 1906, stazione ferroviaria della Gare de Lyon, nel XII arrondissement parigino; sono le otto di una mattina grigia e fredda, che prelude a una giornata uggiosa; un bel giovane di ventidue anni, con il cuore in tumulto per l’emozione e pochi soldi in tasca, scende lentamente dal treno appena giunto da Livorno, dopo ben ventisei ore di viaggio, guardandosi intorno esitante e un po’ stordito… poi, come se fosse stato improvvisamente rianimato da un impercettibile raggio di sole, trascinandosi dietro il suo scarno bagaglio, il sorriso sornione che gli sfiora appena le labbra, attraversa la banchina con passo sicuro e baldanzoso, impaziente di farsi coinvolgere dall’esaltante avventura che lo attende. Inizia così per Amedeo Clemente Modigliani, detto Dedo, il viaggio verso l’immortalità e la leggenda. Modigliani nello studio