Il controverso rapporto tra disturbi psichici e creatività
È consuetudine del nostro tempo, e della cultura occidentale in generale, associare la genialità alla follia, o ad una più generica capacità di pensare fuori dagli schemi, di cogliere quanto sfugge all’occhio comune e tradurlo in arte ed intuizione. Secondo la psicanalista statunitense Nancy McWilliams il prototipo del genio creativo è quasi sempre affetto da tratti della personalità di carattere schizoide, tratti che si manifestano con una serie di sintomi riconoscibili sin dall’infanzia, quali ad esempio la tendenza all’isolamento, la difficoltà nell’adattamento al contesto sociale, la spiccata sensibilità e la predisposizione ad un frequente ritiro nel mondo dell’immaginazione. Secondo l’analista, docente presso la Rutgers University, sono proprio questi tratti schizoidi ad alimentare la genialità creativa, nella misura in cui consentono al soggetto in questione di emanciparsi dalle convenzioni sociali ed esprimere la propria innovativa, spesso rivoluzionaria, prospettiva sulla realtà. L’unicità che alberga in una personalità non perfettamente allineata alle norme e convenzioni sociali sarebbe dunque la cifra di quell’originalità creativa che definisce la genialità.