Essere geniali, in circostanze difficili, può essere un problema, per gli altri soprattutto.
Parte da questa considerazione il lavoro di approfondimento che Marco Paolini fa su Galileo.
Itis Galileo scritto insieme a Francesco Niccolini è uno spettacolo in cui lo spettatore deve faticare per arrivare alla fine. Dialogo aperto con il pubblico quindi, per porre dei problemi e degli interrogativi. Il padre della scienza moderna, infatti, appare agli occhi dei contemporanei come un grande divulgatore dei propri studi, ma soprattutto come una mente che rimane aperta al dubbio fino alla fine, fino alla vecchiaia; si capisce che lo scienziato non si mette mai in pensione con la testa, anzi, le scoperte più importanti le raggiunge dopo i sessant’anni. Il Galileo di cui si parla nello spettacolo ha accettato di farsi mancare la terra sotto i piedi mettendo in discussione le certezze acquisite.
Parte da questa considerazione il lavoro di approfondimento che Marco Paolini fa su Galileo.
Itis Galileo scritto insieme a Francesco Niccolini è uno spettacolo in cui lo spettatore deve faticare per arrivare alla fine. Dialogo aperto con il pubblico quindi, per porre dei problemi e degli interrogativi. Il padre della scienza moderna, infatti, appare agli occhi dei contemporanei come un grande divulgatore dei propri studi, ma soprattutto come una mente che rimane aperta al dubbio fino alla fine, fino alla vecchiaia; si capisce che lo scienziato non si mette mai in pensione con la testa, anzi, le scoperte più importanti le raggiunge dopo i sessant’anni. Il Galileo di cui si parla nello spettacolo ha accettato di farsi mancare la terra sotto i piedi mettendo in discussione le certezze acquisite.