20 agosto 2012

Memorie del sottosuolo - Fedor Dostoevskij

Memorie del sottosuolo
Sono un uomo malato... Sono un uomo cattivo. Un uomo sgradevole. Credo di avere mal di fegato. Del resto, non capisco un accidente del mio male e probabilmente non so di cosa soffro. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se rispetto la medicina e i dottori. Oltretutto sono anche estremamente superstizioso; beh, almeno abbastanza da rispettare la medicina. (Sono abbastanza colto per non essere superstizioso, ma lo sono.)Nossignori, non voglio curarmi per cattiveria. Ecco, probabilmente voi questo non lo capirete. Be', io invece lo capisco. Io, s'intende, non saprei spiegarvi a chi esattamente faccia dispetto in questo caso con la mia cattiveria; so perfettamente che neppure ai medici potrò farla non curandomi da loro; so meglio di chiunque altro che con tutto ciò nuocerò unicamente a me stesso e a nessun altro. E tuttavia, se non mi curo, è per cattiveria. Il fegato mi fa male, e allora avanti, che faccia ancor più male!

«Ci sono autori per cui non servono introduzioni. La lettura delle loro opere è un rischio che ogni lettore deve correre in modo individuale, autonomo: troverà sempre una risposta, che nessun altro gli potrà mai suggerire.» (Fausto Malcovati, introduzione alle “Memorie del sottosuolo“ di Fedor Dostoevskij).

18 agosto 2012

L’italian Dandy ai tempi della crisi. Brunori Sas cantore di vite normali

Brunori Sas
I “Poveri cristi” di Brunori Sas ricordano quelli di Rino Gaetano, e con quest’ultimo il cantante calabrese ha molto in comune, sebbene Brunori appaia più edulcorato e meno pesante. Il cantautore “societario” Brunori Sas, come Rino Gaetano, è cantore dell’Italietta reale, ma Brunori canta il suo paese ai tempi dello spread, quello con le tasse da pagare e i suicidi, nelle canzoni di Brunori però non riusciti e quindi con finale a commedia. Con serietà ed ironia Brunori racconta del giovane Mario, che potrebbe essere ognuno di noi. Quando inizia la sua vita al contrario, Mario prova ad uccidersi e si ritrova in un letto d’ospedale a causa di un lampadario sulla testa, a seguito del solaio che crolla. La tragedia italiana è accompagnata e raccontata dalla inconfondibile chitarra Brunori con ironia ma non con scherno, una forma di clownerie composta da chi sa che, in un momento di crisi come questo, non può che registrare le peripezie goffe di storie al sapore di una commedia con lieto fine. Anche quando l’happy end sfuma proprio sul finire della canzone, come nella migliore tradizione dell’italiano disinvolto e medio, la tragedia non è la conclusione, la chiusura della speranza sul futuro, bensì è presa di coscienza tra il sornione e il sicuro incidere di chi non può che sperare che al di là della porta debba esserci il portone. Dietro la porta, nei testi del cantautore calabrese, c’è la vita vera fatta di Santi, Madonne e Padre Pio, di tradimenti, invalidi civili e dell’adolescenza passata, i cui ricordi segnano il passaggio nell’età adulta di ogni italiano ai tempi dello spread economico.



14 agosto 2012

Il sapore tormentoso...due poesie

Quante volte, nel silenzio della notte, abbiamo pensato allo scorrere lento delle ore, al loro circolo vizioso, al viaggio che il sonno ci avrebbe fatto intraprendere velocissimo verso l'alba, al nuovo giorno ed al suo inesorabile declino, per arrivare, di pensiero in pensiero, al lento fluire della vita ed alla sua foce ineluttabile. Abbiamo così cercato un appiglio, un orlo cui aggrapparci, sospesi sull'abisso dell'infinito, per indugiare ancora un attimo nella vita....fosse anche - come nella novella “Di sera un geranio” di Pirandello - un geranio: ”Una cosa, consistere ancora in una cosa, che sia pur quasi niente, una pietra. O anche un fiore che duri poco: ecco, questo geranio...”.

Allo stesso modo, ma con molta ironia, Boris Vian indulge sul tema, cercando ragioni pretestuose per chiedere alla vita un attimo in più: per cercare di ottenere un improbabile proroga all'avvicinarsi del termine ultimo, perchè si sa...non si può crepare prima di aver visto i "cani messi-cani"... Nella poesia di Caproni, il viaggiatore, giunto al proprio capolinea, saluta con un improbabile quanto ironico sussiego (Chiedo congedo a voi, senza potervi nascondere, lieve, una costernazione.), i propri compagni di viaggio augurando: "...calma, senza sgomento. Scendo. Buon proseguimento." 

12 agosto 2012

"Inventare e raccontare storie" di Giulio Mozzi

Giulio Mozzi

Capita ai lettori di romanzi (e non) di chiedersi quali siano le tecniche utilizzate dagli scrittori per narrare una storia: se la immaginano tutta d'un fiato e per intero oppure no; perchè, per esempio, la mano dell'assassino impiega tante pagine prima di abbattersi sulla vittima, mentre questa ha impiegato solo un rigo per imbattersi nel proprio aguzzino o viceversa; come fa a sapere l'autore quale reazione emotiva avrà un personaggio ad un dato evento, o perché e quando ha maturato determinate idee. 

8 agosto 2012

La vita di Rosalba Carriera in un romanzo storico, intervista all'autrice


Autoritratto di Rosalba Carriera
Autoritratto di Rosalba Carriera (1715)

Tra i tanti artisti che la storia dimentica c'è da annoverare sicuramente Rosalba Carriera pittrice vissuta tra il 1673 e il 1757 e profondamente legata alla città di Venezia. Amica del famoso pittore Antoine Watteau e apprezzata ritrattista, la sua vita ha attratto l'interesse della scrittrice Valentina Casarotto che ha pubblicato il romanzo Il segreto nello sguardo - Memorie di Rosalba Carriera prima pittrice d'Europa. Di seguito la nostra intervista.