Per questa femmina senza scrupoli e senza empatia, il 1871, paradossalmente, rappresentò l’anno dell’apoteosi.
Per questa femmina senza scrupoli e senza empatia, il 1871, paradossalmente, rappresentò l’anno dell’apoteosi.
Ogni donna la sua fortuna ce l’ha fra le gambe
Honoré de Balzac
Esther Pauline Lachman, detta la Paìva fu una delle più famose cortigiane d’alto bordo di Parigi, particolarmente attiva nel periodo del Secondo Impero, sotto il regno dell’imperatore Napoleone III. Della sua vita non si hanno molte notizie, perché cercò sistematicamente di dissimulare le origini della sua famiglia, stendendo un velo di mistero sugli eventi di cui fu protagonista in gioventù, per una sorta di pudore o di vergogna. Si sa che era un’ebrea russa o polacca, di umili origini, nata a Mosca, nell’impero russo in cui, all’epoca, gli ebrei erano sottoposti a molte restrizioni e divieti, che rendevano la loro esistenza difficile e agra.
La nostra rabbia è un futuro che gli occidentali non possono capire. La nostra tristezza fa piangere le pietre.
La guerra, la tristezza, la solitudine, ma soprattutto la storia, sono i protagonisti principali del libro. Le pagine di questo racconto sono un fiume in piena, vissuto, osservato, assaporato dall’autrice Susan Abulhawa che fu costretta a fuggire dalla terra di tutti ma di nessuno insieme alla sua famiglia dopo la guerra dei sei giorni. Abulhawa mette a nudo il suo cuore e scrive della sua amata Palestina come pochi autori: l’invasione, i Territori Occupati, le stragi, gli attacchi, i genocidi e la Nakba.
Io sto morendo, ma quella puttana di Emma Bovary vivrà in eterno
Gustave Flaubert
Un occhio spietato, un po’ crudele ma solo quel tanto che basta per distruggere il falso mito, degradarne la presunta leggiadrìa, sopprimerne ogni inopportuna e leziosa sensualità. Un impietoso iconoclasta che non ha scrupoli nel trascinare le donne per i capelli (come un uomo primitivo), mai indulgente ma incisivo amante della verità. Un leale innamorato della vita naturale e della femminilità, questo era, in sintesi, Edgar Degas, artista geniale e senza falsi pudori.
Oggi entro in una bottega storica di Milano, una delle più belle, proprio a due passi dal Duomo dove si respira un’aria di letteratura e arte, la storica Libreria Bocca. Dentro trovo Giacomo P. Lodetti che lavora instancabilmente al computer e chiacchieriamo del più e del meno e dell’intervista che mi farà domenica 20 febbraio 2022 ore 12.00 per la presentazione pubblica della mia nuova silloge Non serve la paura ed. NullaDie.