| Foto di Ali Mohmoud (AP) |
| Foto di Ali Mohmoud (AP) |
Torino, 1927
Un uomo dallo sguardo smarrito vaga per i corridoi del manicomio di Collegno. La folta barba e i lunghi buffi a manubrio fanno da contorno ad un volto corrucciato. Mille pensieri si fanno strada tra le oscure stanze del castello della mente. Un gesto o anche solo una voce, può essere quella madelaine che, di colpo, come una lanterna, farà luce in quegli oscuri corridoi. L’unico ricordo chiaro è quello della sua cattura, avvenuto l’anno prima. Chi lo conosce?, riporta in grassetto “La Domenica del Corriere”. La sua memoria è come uno specchio ormai rotto, i cui frammenti restituiscono solo parti di quell’identità così nebulosa. L’oblio in cui vagava sembrava una parete ulteriore, invisibile rispetto alle quattro mura del manicomio.
Dalla Russia di fine ‘800 emerge un’opera tanto arcana quanto moderna, misteriosa nella sua potenza narrativa immaterica e, allo stesso tempo, di un pragmatismo tutto moscovita. L’autore, Vladimir Sergeevič Solov'ëv, filosofo, teologo, critico letterario e poeta, ci pone davanti a una visione-racconto su come, quando e con quali connotazioni emergerà l’ultimo Nemico dell’Uomo. Egli, osannato dalle masse, verrà accolto come Salvatore dell’intera umanità. Una Collettività ignara di aver ceduto al sommo inganno della ragione, accecata da un mare di buon senso dove però risiede un vuoto senza ritorno.
Con questo concept album del 1971 il compositore Ray Davies continua la sua personale e feroce critica contro le nevrosi della nascente società di massa.
La società contemporanea è, senza dubbio, altamente frenetica, piena di stimoli e pressioni che influiscono non poco sul nostro benessere psico-fisico. La quotidianità è sempre una corsa, spesso ad ostacoli, in cui si fa fatica ad apprezzare l’hic et nunc, il qui ed ora, nel miglior modo possibile. La mente è sovente affaticata e ciò ha delle ripercussioni sulla gestione dei tempi, degli eventi e degli impegni nella vita di tutti i giorni. Sono certamente tanti i modi per prendersi cura di sé, ma una delle attività più semplici, piacevoli e meno dispendiose che possono aiutarci a ritrovare benessere e tranquillità attraverso la creatività è la realizzazione dei mandala.