20 settembre 2018

Dalla Sicilia alla Grecia, un viaggio archeologico: da Sparta a Tebe/3

teatro di Sparta
Il teatro di Sparta

Sparta

«...se la città degli Spartani restasse deserta e rimanessero i templi e le fondamenta degli edifici, penso che dopo molto tempo sorgerebbe nei posteri un'incredulità forte che la potenza spartana fosse adeguata alla sua fama; (eppure occupano i due quinti del Peloponneso, detengono l'egemonia su di esso e su numerosi alleati esterni […]). Se gli Ateniesi invece subissero la stessa sorte, la loro importanza, a dedurla dai resti visibili della città, si supporrebbe, credo, doppia di quella reale.»
Riporto queste parole di Tucidide (I, 10) perché incredibilmente azzeccate. Di Sparta, a parte un agglomerato di moderne case insignificanti resta un’esigua area archeologica di cui parleremo a breve. Eppure nel tanto parlare dello spirito, dell’educazione e della società spartana, si sono persi tutti i segni tangibili atti ad eternarla. Anche la mitologia la marginalizza, dato che la si menziona solo come una delle città da cui partirono i contingenti per Troia e per il fatto che Menelao fosse il suo re a cui succederà Oreste figlio di Agamennone. Il resto è tutta storia, battaglie che vedono l’ascesa politica e militare dopo la supremazia di Argo. 

17 settembre 2018

Il Laooconte: precursore dell’illimitato moderno

Laocoonte

Siamo nel 1506, una mattina di gennaio sul colle Oppio un contadino qualsiasi per il più fortunato dei casi inciampa in quello che sarà considerato come l’apice della scultura classica, e modello di riferimento per tutti i giganti dell’arte a venire. Viene ritrovato il gruppo del Laooconte. Alla notizia della scoperta accorrono tutti, gente di umili origini, banchieri, il Papa Giulio II e lo stesso Michelangelo già all’epoca divinità tra gli uomini, da subito si prende coscienza che in quella tensione muscolare, in quel groviglio di nervi che apre alle varie espressioni della sofferenza mescolata al piacere, c’è il dogma della grecità partorita dalle mani di Agesandro, Polidoro e Atenodoro, c’è la nobile semplicità e quieta grandezza di cui parla Winckelmann simile al fondo del mare che in superficie si presenta sereno ma agitato nel fondo invisibile, ma al di là del punto di riferimento artistico che il gruppo scultoreo (pur essendo una copia romana) ha rappresentato e rappresenta, vi è in lui qualcosa di celato che cerca di esprimersi, l'ombra di un'idea che si fa largo nella luce, un ammonimento che i greci hanno sottaciuto nella punizione del sacerdote Troiano.

10 settembre 2018

Dalla Sicilia alla Grecia, un viaggio archeologico: da Corinto a Argo/2

tomba circolare A Micene
La tomba circolare A a Micene

Corinto

Non avrei mai preso in considerazione una sosta a Corinto se non a causa del legame storico con la mia città, essendone la madrepatria. Questa sottovalutazione tuttavia mi avrebbe allontanato da un luogo che è invece fondamentale per la storia della Grecia e dell’Occidente. 
È interessante notare come vi siano delle somiglianze morfologiche tra le due città, perché l’antica Corinto è posta tra due sponde di mare e possiede pertanto due porti, inoltre è costituita da una rocca e dalla restante parte al centro dell’istmo di Corinto.

4 settembre 2018

Il Conte di Montecristo - Alexandre Dumas

Alexandre Dumas

Anch’io, come è accaduto a ogni uomo una volta nella vita, sono stato trasportato da Satana sulla montagna più alta della terra; da lassù mi mostrò il mondo intero e, come aveva detto a Cristo, mi disse: «Allora, figlio degli uomini, che cosa vuoi per adorarmi?». Riflettei a lungo, perché da molto tempo il mio cuore era divorato da una terribile ambizione; poi gli risposi: «Ascolta, ho sempre sentito parlare della Provvidenza, ma non l’ho mai vista né ho mai visto qualcosa che le somigli, il che mi fa pensare che non esista. Voglio essere la Provvidenza perché so che al mondo non c’è niente di più bello, di più grande e di più sublime che ricompensare e punire». Ma Satana abbassò la testa e sospirò: «Ti sbagli – disse – la Provvidenza esiste; ma non la vedi perché, essendo figlia di Dio, è invisibile come suo padre. Non hai visto niente che le somigli perché agisce in segreto e per vie oscure; tutto quello che posso fare per te è di farti diventare uno degli emissari della Provvidenza». Il patto fu concluso: «Forse ci perderò la mia anima, ma non importa – aggiunse Montecristo – quel patto lo rifarei».

1 settembre 2018

Dalla Sicilia alla Grecia, un viaggio archeologico: Atene ed Eleusi/1


Quando sono giunto presso l’area archeologica di Sparta ho sentito un fremito. Non so bene spiegare per quale ragione, ma quell’area somigliante più a un parco senza visitatori, ombreggiato da ulivi e interrotto dai pochi reperti affioranti mi riempiva di gioia. Ero sulla mitica acropoli dei Lacedemoni e da qui si potevano scorgere le cime ancora innevate del Monte Taigeto. Fu in quel momento che mi resi conto di respirare la forza evocativa di una storia che coinvolge una parte cospicua del nostro modo di pensare e di essere.

Provenendo dall’“isola plurale” di Sicilia, come amava definirla Bufalino, ma soprattutto da una città come Siracusa che esprime grecità in ogni dove. L’itinerario dei luoghi della grecità, costruito secondo l’esigenza di toccare con mano laddove la civiltà occidentale ebbe inizio, ha richiesto la volontà di ricercare alcune specificità nascoste nel mare vasto della storia greca antica. Di quei luoghi visti spesso in un documentario o citati in un libro o in un passo chiarificatore di Tucidide, ne ho tratto un mio reportage. Mi si perdoneranno i rimandi al luogo natìo con ingenui e spesso ripetuti campanilismi, chiedendo al lettore di seguirmi nei vari articoli in cui ho suddiviso questa lunga (ma necessaria) esposizione.