A wall is a very big weapon.
It is one of the natiest things
you can hit someone with
Bansky
Passeggiando per i vicoli di Brick Lane e Shoreditch, calpestando le loro strade ciottolate che sfociano in parchi o sottopassi lontani dall’occhio indiscreto di Dio, nel silenzio di un pale afternoon londinese, non possono non tornare in mente i versi finali della celebre canzone di Paul Simon e Art Garfunkel The Sound of Silence: «And the sign said the words of the prophets / are written on the subway walls and tenement halls / and whispered in the sounds of silence». Credo che tra questi versi e l’impatto visivo che queste opere trasmettono, ci sia un collegamento quasi automatico, un’associazione tra suono e immagine che mi lascia spiare tra le fronde di palazzi, strade e sottopassi, per ritrovarmi poi in un vero e proprio campo d’addestramento per futuri profeti che parlano non esattamente una nuova lingua ma esprimono un linguaggio e un’arte non ancora cristallizzata nel tempo, seppur con una notevole storia alle spalle.