Solo Carmelo Bene in scena, anzi nemmeno lui, lui-soggetto, ma una sublime e geniale macchina attoriale che cita e si cita continuamente. Omero, Stazio e Kleist, è lui Achille! Camicia bianca d’Amleto e pantaloni neri, capelli rossastri di Pinocchio. Non più corpo, non più voce, ma un amplificato corpo della voce che pare ergersi come unico vero e fisicamente presente.