Gaza è martoriata dalle bombe. La popolazione è allo stremo, la Cisgiordania occupata sempre più stretta nella morsa dell’assedio. Sarebbe facile – troppo facile – fare la conta dei morti, degli espropri, delle scuole distrutte, degli ospedali cancellati. Ridurre tutto a numeri, a grafici, a statistiche.
Ma oggi vorrei fare il contrario: voglio raccontare le voci di chi resiste. Le voci di pace, di speranza, che ancora si levano da quei territori devastati, occupati, disumanizzati da Israele. Voglio umanizzarle, restituire loro il volto, il nome, la dignità. Lo farò attraverso tre storie.
Tre vite. Tre voci. La prima è quella di un giornalista, che ha scelto di restare. La seconda è di una giovane pittrice, fuggita poco prima del disastro. La terza è quella degli operatori sanitari, di coloro che sono lì per aiutare e vengono uccisi.