La nostra storia non comincia con la forza, ma con la scelta di non lasciare indietro chi non poteva più camminare.
La nostra storia non comincia con la forza, ma con la scelta di non lasciare indietro chi non poteva più camminare.
Frankenstein di Guillermo del Toro e Orbit Orbit di Caparezza sono una celebrazione dell’ingegno che permette di creare, ma senza empatia può provocare disastri.
Tra il 1973 e il 1975 Pasolini collabora in maniera sistematica con il «Corriere della Sera». Una parte di quegli articoli, parzialmente rivisti dall’autore, confluirà nel 1975 in Scritti corsari, insieme a testi apparsi su altre riviste e a materiale inedito; un secondo gruppo verrà pubblicato postumo nel 1976 in Lettere luterane. Ho riletto di recente la prima raccolta: ci ho ritrovato ciò che mi aveva colpito quando avevo poco più di vent’anni e, allo stesso tempo, qualcosa di diverso, adesso che di anni ne ho più di trenta.
La corsa globale alla robotica antropomorfa segna l’inizio di una trasformazione che supera il perimetro della tecnica e tocca le strutture profonde delle nostre società, dal lavoro alla sicurezza, fino alla percezione stessa dell’umano.
Uno degli obiettivi primari dell’arte è quello di avvicinare, unire, connettere anime presenti in tutto il mondo. Che sia musica, letteratura o pittura, l’arte espressa in tutte le sue innumerevoli forme può essere come un filo che può oltrepassare i limiti spazio - temporali: un’opera di ieri può emozionare anche oggi, così come un’opera creata in un paese sperduto può approdare in una grande metropoli. Uno dei fenomeni artistici che concretizzano al meglio questo ammirevole scopo è, senza dubbio, la Mail Art.
Le mariposas, simbolo di una lotta struggente contro un sistema che ad oggi non è ancora stato sradicato. Le sorelle Mirabal, tuttavia, sono riuscite con la loro storia a muovere lo spirito di un popolo, il popolo dominicano contro la dittatura Trujillana.
Viviamo in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale non è più promessa o profezia, ma una presenza diffusa, quotidiana, intangibile come l’aria che respiriamo. La trattiamo come una tecnologia, ma la verità è che l’AI è ormai divenuta un ambiente cognitivo: ci abita, ci interpreta, ci restituisce continuamente ciò che siamo stati. L’errore più grande è continuare a pensarla come qualcosa fuori di noi, una mente altra che osserva e giudica. Ma l’intelligenza artificiale non ci guarda dall’esterno: ci riflette.
Il testamento di Tito e Nella mia ora di libertà, due brani che chiudono due album capolavoro di Fabrizio De André, invitano ad uscire dall’individualismo per aprirsi alla comunità per combattere un sistema corrotto
Con il termine “cartolarizzazione” s’intende la trasformazione di crediti monetari in titoli negoziabili dematerializzati il cui valore può aumentare o ridursi a un “pezzo di carta straccia”. È una situazione in cui l’arte è sempre più coinvolta e costituisce una metafora del suo decadimento culturale.
C’è una memoria che continua a gravare come un macigno sulla coscienza dell’Europa e dell’Occidente: quella della Shoah. Lo sterminio degli ebrei d’Europa non è solo un fatto storico, ma un trauma che ha plasmato il modo in cui gli Stati si relazionano con Israele, la nazione sorta anche come risposta a quell’orrore. Il “mai più” ha avuto un significato morale e politico: garantire la sopravvivenza di uno Stato che rappresentasse un rifugio per il popolo ebraico. Ma da allora quel legame, nato dal dovere della memoria, ha assunto forme inattese, fino a trasformarsi oggi in una dipendenza che non riguarda più solo la storia, ma la tecnologia e la sicurezza.
| Foto di Ali Mohmoud (AP) |
Torino, 1927
Un uomo dallo sguardo smarrito vaga per i corridoi del manicomio di Collegno. La folta barba e i lunghi buffi a manubrio fanno da contorno ad un volto corrucciato. Mille pensieri si fanno strada tra le oscure stanze del castello della mente. Un gesto o anche solo una voce, può essere quella madelaine che, di colpo, come una lanterna, farà luce in quegli oscuri corridoi. L’unico ricordo chiaro è quello della sua cattura, avvenuto l’anno prima. Chi lo conosce?, riporta in grassetto “La Domenica del Corriere”. La sua memoria è come uno specchio ormai rotto, i cui frammenti restituiscono solo parti di quell’identità così nebulosa. L’oblio in cui vagava sembrava una parete ulteriore, invisibile rispetto alle quattro mura del manicomio.
Dalla Russia di fine ‘800 emerge un’opera tanto arcana quanto moderna, misteriosa nella sua potenza narrativa immaterica e, allo stesso tempo, di un pragmatismo tutto moscovita. L’autore, Vladimir Sergeevič Solov'ëv, filosofo, teologo, critico letterario e poeta, ci pone davanti a una visione-racconto su come, quando e con quali connotazioni emergerà l’ultimo Nemico dell’Uomo. Egli, osannato dalle masse, verrà accolto come Salvatore dell’intera umanità. Una Collettività ignara di aver ceduto al sommo inganno della ragione, accecata da un mare di buon senso dove però risiede un vuoto senza ritorno.
Con questo concept album del 1971 il compositore Ray Davies continua la sua personale e feroce critica contro le nevrosi della nascente società di massa.